Nel suggestivo quartiere Venezia di Livorno si sono ritrovati
a discuterne rappresentanti di istituzioni laiche e religiose , una mescolanza
non casuale vista la storia del quartiere stesso affacciato sul mare nel centro
di una città portuale e quindi aperta alla mescolanza di culture.
Quindi festa in senso
religioso, l’imam Abdelghani Boukkari ha raccontato infatti come si svolgono le
feste più importanti della religione islamica, ma anche in senso laico. Festa
che rimanda a un modello di società messo in discussione dal modello di
sviluppo contemporaneo, legato come ricorda il sindaco di Livorno Alessandro Cosimi
a un modello di welfare che protegge i momenti di stacco dal lavoro della
persona ma che è pericolosamente in crisi. E su questo punto torna anche il
presidente della provincia Giorgio Kutufà nel sottolineare il momento di festa
come strumento per allentare il vincolo tra uomo e lavoro, vincolo che si sta
facendo sempre più forte in nome del mito della crescita del PIL, crescita che
in questi ultimi tempi è stata a sua volta messa in discussione. Possiamo
concepire un indice di crescita tralasciando la felicità delle persone?
Soprattutto la discussione
ritorna più volte sulla necessità di trovare punti di incontro e di
comprensione tra culture e tradizioni diverse e se, come il sindaco ricorda,
dal punto di vista delle istituzioni questo compito rimane dello Stato, per i
rappresentanti della comunità senegalese il principio si astrae verso i
concetti di tolleranza, pace e apertura verso il diverso, verso lo straniero.