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lo brucerò,
trasformami in megafono,
m'incepperò,
cosa fare non fare non lo so,
quando dove perché riguarda solo me,
io so solo che tutto va ma non va, non va, non va, non va, non va..."
Il primo dei
dieci comandamenti “Non avrai altro Dio all'infuori di me” è stato l'ultimo
degli appuntamenti dell'iniziativa “I dieci Comandamenti” e ha coinciso con la
Notte Blu dell'Europa del 12 maggio a Firenze. Anche questa notte, come la
passata edizione, si è tenuta nel laboratorio “La Casa Abitata”.
Il dialogo che
si è svolto ha seguito un filo spiccatamente teologico sebbene la lettura che se ne è data alla fine è
risultata laica. Il primo
comandamento esprime senza dubbio un patto di esclusività tra Dio e l'uomo ma
nonostante questo la Storia non ha mai visto scomparire del tutto il
politeismo. L'uomo infatti è ad oggi sottoposto a una molteplicità di
tentazione di patti come ad esempio con il potere; come se vivessimo in una
sorta di molteplicità di divinità,
esiste un Dio ma esistono tante idolatrie e diventa molto difficile
trovare un equilibrio. Tuttavia nonostante uomini e donne abbiamo la tentazione
di seguire una certa idolatria, la
nostalgia del patto con Dio è una costante nella vita di tutti. Questo Dio è
quello che ci dà legge, che ispira la nostra vita e le nostre azioni anche
quando tutto intorno a noi ci spinge verso idoli diversi.
E' stata tra
l'altro l'occasione di riascoltare la storia del Grande Inquisitore tratto dal
romanzo “I fratelli Karamazov di Fedor Dostoewskij.
Ivàn Karamàzov
espone al fratello Alëša un racconto
allegorico di sua invenzione, ambientato in Spagna ai tempi della Santa
Inquisizione.
Dopo quindici
secoli dalla morte, Cristo fa ritorno sulla terra. Non viene mai menzionato per
nome, ma sempre chiamato "Lui". Il popolo lo riconosce e lo acclama
come Salvatore, tuttavia egli viene subito incarcerato per ordine del Grande
Inquisitore. Nelle segrete l'Inquisitore si reca poi a trovarlo, e, dopo
avergli comunicato la sua condanna a morte, gli rimprovera di avere seminato
confusione, di aver voluto portare la libertà ad un popolo che è incapace di
usufruirne, poiché un popolo felice non può essere libero, ma sottoposto ad un
potere autoritario che decida per lui.
Cristo infatti
con il suo messaggio dà all'umanità la libertà, la quale risulta insostenibile
per la maggior parte degli uomini; essi hanno invece bisogno delle necessità
materiali relative alle tentazioni di Satana che Cristo ha rifiutato. Il Grande
Inquisitore spiega a Cristo come sia necessaria un'autorità forte, quella da
lui rappresentata, che dia al popolo i suoi veri bisogni materiali e richieda
loro obbedienza, in modo che essi siano davvero felici.
L'Inquisitore
conclude l'interrogatorio comunicando al condannato che la sua esecuzione
avverrà l'indomani e che il popolo ne gioirà, attendendo poi una replica a
quanto ha detto. Cristo rimane sempre in silenzio, e come unica risposta si
avvicina al vecchio Inquisitore e lo bacia sulle sue vecchie labbra esangui. Il
vecchio sussulta. Gli angoli delle sue labbra hanno come un tremito; va verso
la porta, l'apre e gli dice: “Vattene e non venire più... mai più, mai più!”. E
lo lascia andare per le oscure vie della città. L'Inquisitore è turbato, eppure
Ivan commenta: “...quel bacio gli brucia nel cuore, ma il vecchio non muta la
sua idea”.
Le leggenda del
Grande Inquisitore si pone la domanda : chi sono oggi i grandi inquisitori?
E' un dibattito
attualissimo quello sul bisogno di farsi promotore di un'idolatria, che
prescinde dal contenuto e dalla dimensione temporanea. Ciò che conta oggi
infatti è una dimensione permanente e
contingente solo per catturare l'attenzione dello spettatore. Pone la questione
della libertà di scegliere, o meglio la questione di dare all'uomo gli strumenti per decidere di
scegliere tra il bene e il male. Secondo una concezione laica possiamo vedere
in questo la dimensione della democrazia contro la dimensione della dittatura,
dove appunto non esiste possibilità di scelta.
E infine: quale
oggetto incarna la più grande delle idolatrie contemporanee se non il denaro, o
meglio la finanza? Ci troviamo davanti alle agenzie di rating quali sacerdoti
incaricati a dare un giudizio. La finanza insegna che si rinuncia qualcosa oggi
per avere qualcosa nel futuro, il risparmio è il consumo corrente al quale si
rinuncia per proteggersi da un futuro incerto. La considerazione sulla crisi
che stiamo attraversando riporta all'evocazione di un ritorno all'oro vista
come una crisi di fiducia alle promesse dei governi, sfiducia nella carta
stampata la cosiddetta “fiat money”. Ora che si è creata una mancanza di
fiducia c'è bisogno di un'altra rivelazione per sapere cosa aspettarci.
E mai come una
notte che festeggia il progetto europeo sembra pesante e mal interpretato quel
comandamento che ci ricorda la Grecia, la crisi di identità e dei valori
europei che si stanno sgretolando davanti alla tentazione di adorare ed
ubbidire solo ad un'unica legge: quella dei mercati.
D'altronde lo
stesso Dostoewskj ci dice :
“Ti ripeto che domani stesso tu vedrai
questo docile gregge che al mio primo cenno si precipiterà ad attizzare i
carboni ardenti del tuo rogo, sul quale ti farò bruciare perché sei venuto a
disturbarci”.
RELATORI:
- Giampiero Gallo
Ordinario di Econometria all'Università di Firenze, ha vissuto a lungo negli USA, e si occupo di volatilità dei mercati finanziari. Consigliere comunale a Firenze con delega per la ciclabilità. Il suo desiderio é piu' Europa nelle nostre città, nel modo in cui sono amministrate e nel modo in cui si concepisce l'appartenenza dei cittadini ad una società civile.
- Pawel Andrzej Gajewski:
Teologo, pastore della Chiesa valdese di Firenze, docente incaricato di teologia sistematica alla Facoltà valdese di teologia e alla Facoltà pentecostale di scienze religiose, membro della commissione consultiva sull'ecumenismo della Comunione delle Chiese Protestanti in Europa. Tra le sue pubblicazioni: "La sfida delle nuove spiritualità", Claudiana, Torino, 2003, "Il protestantesimo contemporaneo" (con Fulvio Ferrario), Carocci, Roma, 2007.
- Cristina Scaletti:
nata a Firenze il 14 luglio 1968, Assessore alla Cultura, Turismo e Commercio della Regione Toscana. E’ medico specialista in immunologia, allergologia e con un particolare interesse per le malattie rare. Come ricercatrice Presso l'Università di Firenze ha raggiunto notevoli risultati apprezzati dalla comunità internazionale, soprattutto nello studio di malattie quali la sclerodermia e altre malattie autoimmuni. E’ anche autrice di numerose pubblicazioni apparse su riviste internazionali specializzate.Dal giugno 2009 è entrata a far parte della Giunta Renzi al Comune di Firenze, dove ha ricoperto l'incarico di assessore all'Ambiente. A marzo 2010 è stata eletta nel Consiglio regionale della Toscana e ad aprile è entrata a far parte della Giunta regionale.